La Storia

La storia di famiglia legata al mondo del vino inizia con la Cavalchina, situata in una zona caratterizzata da una lunga storia: ci sono testimonianze del catasto asburgico che, già nel 1848, rendono nota l’esistenza di un numero consistente di vigneti di qualità e resistenti. Non solo storia viticola, ma anche di battaglie: la Cavalchina fu al centro della I e della III guerra di indipendenza.

Luciano Piona
1900-1965

Forse, più che con la Cavalchina, la storia inizia con il nonno Luciano; fu lui ad acquistare i primi vigneti e poi, nel 1948, a costruire la cantina che ospitò anche una distilleria di vinacce fino al 1967. L’azienda nasce come un gioco e una passione, un’attività integrativa a quella principale della lavorazione delle pelli. Luciano era una persona eclettica: amava il vino, ma anche la lirica. Quest’ultima sua passione lo portò a conoscere persone illustri, tanto che Maria Callas fu sua ospite. La sua industria era tra le poche in Italia a fabbricare scarpe da calcio e questo lo portò ad essere anche un commerciante di giocatori di calcio. Le storie di Luciano, della Cavalchina e del Custoza sono collegate e talvolta si sovrappongono. Fu lui che per primo, nel 1962, decise di chiamare “Custoza” il vino bianco della zona, ne abbozzò anche una prima “ricetta”: un vino ottenuto dai vitigni di Fernanda, Trebbiano e Garganega e lo portò ad affermarsi nei mercati, allora più importanti, di Roma e Milano.

Giulietto Piona
1930-2021

L’interesse per il mondo del vino di Luciano e poi di suo figlio Giulietto continuò però ad intensificarsi e portò all’acquisto nel 1958 della Prendina, una tenuta situata a Monzambano. Fu Giulietto, geometra mancato e sfegatato radioamatore, negli anni ‘70, a trasformare una passione in un’attività produttiva, rafforzata ulteriormente dall’ottenimento della DOC nel 1971, che confermò il Custoza tra i vini bianchi italiani di qualità. Anche la Prendina acquisì maggior rilievo e nel 1980 si imbottigliò il primo vino con il nome Prendina, un Merlot , vino della casa per il famoso ristorante di Gualtiero Marchesi. La cantina rimaneva però un’attività secondaria, utilizzata da Giulietto anche per intrattenere i rappresentanti del mondo delle pelli.

Luciano Piona
1954-2021

Un nuovo capitolo si apre quando il figlio di Giulietto, Luciano, decise di subentrare nella gestione diretta dell’azienda nel 1987, con lui la Cavalchina passò dall’essere business secondario all’essere focus della famiglia Piona. Luciano era ingegnere chimico, fu skipper e la sua passione per la vela lo portò ad affrontare traversate atlantiche. Era anche maestro di sci e correva sia in bicicletta che in moto. Ma, quando decise di occuparsi dell’azienda, Luciano si dedicò completamente e con passione alla Cavalchina, alla terra, alla vigna e al vino. Portò avanti e intensificò il percorso di innovazione, di ricerca della qualità e di nuovi mercati, mantenendo sempre le caratteristiche del vino di famiglia ed esaltando l’identità del territorio. Trovò un vino già affermato e con un’espressione territoriale spiccata di cui volle mantenere i caratteri identitari e familiari, misurandosi con le mode e l’evoluzione dei gusti.
Come suo nonno, che per primo scrisse Custoza in etichetta, Luciano è stato per tutta la sua vita legato al vino della sua terra fino a diventarne ambasciatore come presidente del Consorzio di tutela del Custoza; il suo obiettivo è sempre stato valorizzare e far conoscere il vino che più amava e con il quale è cresciuto.

Franco Piona
1967

Alla fine degli anni ‘90, si unì suo fratello Franco. Ingegnere elettronico con la passione per la musica. Nacque con i Beatles, James Taylor e Jimi Hendrix. Li ascoltava sui dischi di suo fratello mentre si immaginava di suonare con loro usando la scopa della nonna come chitarra. Nonostante sognasse l’America e la musica, la passione per il vino, nata durante l’università, lo portò a rimanere a casa, nel mondo del vino che gli era così  familiare. Ancora, emerse la voglia di scoprire territori nuovi, di cimentarsi in una nuova avventura e sfida: la Valpolicella. Venne infatti acquistata Torre d’Orti, una tenuta situata sulla cima del monte che sovrasta il centro abitato di Marcellise. Una terra che aiutata dall’altitudine dà vita a uve portate alla produzione di vini eleganti e perfetti per l’invecchiamento.

I due fratelli, Franco e Luciano, continuarono ad affinare la tecnica, ma una tecnica indirizzata ad aiutare la natura ad esprimere se stessa. La tecnica serve a fare in modo che ogni vino rimanga simile a se stesso negli anni, non a stravolgerlo. L’interesse e la curiosità li portarono, subito dopo il 2010, a fare l’ultima aggiunta:   'L lac, un’azienda monoprodotto Lugana, con i vigneti proprio sulle sponde del lago Frassino, nel cuore della Lugana. Anche in questo caso c’è il riferimento alla storia e alle origini: i terreni acquistati coincidono con la stessa campagna che il nonno Luciano possedeva e che fu venduta dal figlio Giulietto per ampliare la Prendina.

Ecco quindi la storia di una famiglia, di persone diverse, ma con una passione in comune: il vino. Ugualmente, le quattro aziende, Cavalchina, Prendina, Torre d'Orti e 'L lac, sono entità divise, espressione di territori differenti, ma unite dalla storia di una famiglia, dal rispetto del territorio e da una continua ricerca di innovazione e qualità che devono rimanere rispettose della tradizione. 

“E la storia continua con Francesco e Giulia, i figli di Luciano e uno sguardo al futuro.”